La regolamentazione degli affitti brevi è stata una questione dibattuta in molte città, comprese molte capitali europee e città oltreoceano come New York. L’obiettivo di queste regolamentazioni spesso è bilanciare le esigenze dei turisti e dei proprietari di case con quelle dei residenti a lungo termine e del mercato immobiliare locale.
I tre macro cambiamenti proposti nel disegno di legge sembrano mirare a stabilire regole più chiare e restrizioni per gli affitti brevi in Italia:
- Minimo due notti: Questo requisito potrebbe limitare gli affitti brevi a soggiorni di almeno due notti nelle città d’arte e nei comuni metropolitani elencati (i 14 comuni metropolitani sono: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia). Questo potrebbe influenzare direttamente i turisti che cercano soggiorni brevi.
- P.IVA obbligatoria da tre case in su: L’obbligo di aprire una Partita IVA per i proprietari di tre o più case destinate agli affitti brevi potrebbe influenzare gli investitori immobiliari. Dovrebbero anche rispettare le normative fiscali legate alle attività commerciali.
- Codice Identificativo Nazionale (CIN): L’assegnazione di un CIN alle case destinate agli affitti brevi mira a rendere più tracciabili e controllabili tali attività. Questo potrebbe avere un impatto sul modo in cui le proprietà vengono pubblicizzate online e rese disponibili ai turisti.
Se il disegno di legge sarà approvato e diventerà legge, le conseguenze nel settore immobiliare dipenderanno da come i proprietari, gli investitori e le piattaforme di affitto breve si adegueranno alle nuove regole.
Per valutare le conseguenze specifiche, sarà necessario monitorare l’evoluzione della situazione legislativa e osservare come verranno applicate queste regole in pratica.